La caduta del Bentegodi rischia di lasciare il segno. Il 2-1 incassato dal Parma, con la doppietta di Pellegrino a ribaltare il breve illusorio vantaggio dell’Hellas, trascina il Verona all’ultimo posto della classifica, sei punti in tutto, zero vittorie e una sensazione di precarietà che da settimane stringe l’ambiente come una morsa.
La Fiorentina, pareggiando, ha agganciato i gialloblù: ora le due squadre condividono la coda della Serie A. Una fotografia impietosa, soprattutto considerando che il match di oggi era uno scontro diretto da non sbagliare.
Sei punti, sei pareggi, sei sconfitte: l’Hellas non decolla
Il bilancio è spietato: sei pareggi, sei sconfitte, nessun successo in tre mesi. Un ruolino che tiene il Verona in una dimensione pericolosa, perché il trend non è episodico ma continuo. Il problema non è solo il risultato, ma l’incapacità di trovare quel segnale di svolta che in altri momenti aveva ridato ossigeno alla squadra. La domanda che circola da ore è inevitabile: Paolo Zanetti resterà sulla panchina dell’Hellas?
Cosa filtra sulla posizione di Zanetti
Al momento, dalla società non trapela nulla che faccia pensare a un esonero immediato. La sensazione è che Zanetti venga confermato almeno fino al prossimo turno, quello di Genova, altro scontro diretto che potrebbe diventare lo spartiacque della sua avventura.
Non va però esclusa un’accelerazione nelle prossime ore. L’ultimo posto, l’assenza totale di vittorie e la frustrazione crescente dell’ambiente potrebbero indirizzare la dirigenza verso una riflessione più drastica.
Il Verona, oggi più che mai, è su un crinale sottile.
La voce dell’allenatore: “Mi devono ammazzare prima che molli”
Zanetti, nel post-partita, ha scelto parole dure, dirette, quasi da battaglia. «Sento la fiducia della società, che è entrata nello spogliatoio per sostenerci», ha detto. Poi, a caldo: «Momenti difficili, è giusto che i tifosi ci critichino. Noi dobbiamo fare meglio, abbiamo una grande responsabilità».
In conferenza stampa, la frase che ha fatto il giro dei social:«Mi devono ammazzare prima che molli di un centimetro. Serve un miracolo dalla prossima. Ne usciremo solo da squadra, con gli attributi».
Parole che riflettono un allenatore ferito ma non piegato, deciso a vendere cara la pelle.
L’aggancio con il passato: la salvezza dell’anno scorso
Chi conosce l’avventura recente di Zanetti ricorderà bene come, nonostante un avvio pieno di difficoltà, il Verona fosse riuscito a salvarsi nella seconda parte della scorsa stagione. A dicembre aveva il doppio dei punti di oggi, ma restò bloccato a quota 12 fino al 16° turno. Poi la svolta, improvvisa e definitiva.
La proprietà allora scelse di non esonerare il tecnico, scelta che col senno di poi risultò vincente.
Oggi la situazione è più grave, ma la memoria di quella rinascita resta nella mente di chi decide.
Le prossime partite di dicembre: una serie di esami senza appello
Dopo la trasferta di Genova, che potrebbe già indirizzare il destino di Zanetti, l’Hellas affronta un dicembre impegnativo ma non impossibile:
– in casa contro un’Atalanta irriconoscibile dopo l’addio di Gasperini,
– poi la sfida diretta al Franchi con la Fiorentina,
– e infine la trasferta di San Siro contro il Milan, appuntamento complicato ma non privo di significati.
Sono settimane che possono cambiare tutto. Due scontri diretti e un match di prestigio: la strada è strettissima, ma c’è ancora spazio per provare a invertire una rotta oggi drammatica.



